di Alberto Dea
Abstract
L’Autore descrive un caso clinico, in cui ha aiutato una persona sportiva di alto livello a recuperare fiducia in sé e in quello che sta facendo, grazie alle tecniche di Coaching abbinate al Counseling.
Il caso
Circa quattro anni e mezzo fa, si reca presso il mio Studio una ragazza molto giovane, che poi scoprirò avere 22 anni, inviata da una Psicoterapeuta, che mi aveva a suo tempo annunciato la sua venuta.
Dall’aspetto molto gradevole, ben vestita, con atteggiamento molto serio e poco sorridente, si rivelerà essere una sportiva professionista, di una specialità che non nominerò per evitare che il Lettore la possa identificare.
Il suo atteggiamento, da subito, rivela una grande forza, e mi colpisce immediatamente il modo con cui mi stringe la mano: un modo deciso, asciutto e veloce. E mi colpisce, fin dalle prime parole, una forte determinazione. Mi guarda sempre negli occhi, non sorride, parla lo stretto necessario, senza perdersi in giri di parole.
Molto rapidamente mi racconta di essere una sportiva professionista, che si sta preparando per alcune gare a livello internazionale, ragione per la quale vive molto all’estero per affrontare e superare prove che la qualificheranno per gare ulteriormente impegnative.
Nel corso del suo racconto emerge una forte demotivazione nei confronti della sua attività: lascia trasparire una grande tristezza che la porta fin da subito alla manifestazione del pianto.
Non soltanto, ma esprime quasi immediatamente, e in modo a mio giudizio perfino prematuro, una profonda delusione nei confronti della figura paterna per lei molto importante perché la ha sempre vista e vissuta come una guida spirituale.
Il padre, in effetti, è un grande esperto della disciplina che lei pratica e, nel passato, si è sempre dimostrato con lei comprensivo e stimolatore di grande motivazione. La delusione deriva da alcuni suoi comportamenti riprovevoli, a suo giudizio, nei confronti della famiglia.
Dal momento che si tratta soltanto del primo incontro, ritengo che quanto emerso sia già molto, dal punto di vista emotivo, e preferisco lavorare con lei sulle sue doti e sulle sue capacità, elementi che, almeno fino a quel momento, ha saputo utilizzare con profitto, visti i successi sportivi che ha saputo ottenere.
Al termine del primo incontro Lucia, questo è un nome inventato, si presenta molto più rilassata, più energetica e, incredibilmente, un po’ più sorridente.
Al secondo incontro, Lucia afferma di rendersi conto che la modalità di lavoro che sta attuando con me per lei ha un senso. E teniamo pure conto del fatto che, durante la sua pratica professionale, come accade sempre in questi casi, essa ha già avuto qualche esperienza di relazione di aiuto con Mental Coach.
In questa sessione emerge molto forte il suo lato razionale, molto utile nel suo caso perché la ha portata a numerosi successi, ma è come se si rendesse conto che da solo esso non basta più. Riferisce la grande necessità di sentirsi più spensierata, cosa che non le è molto concessa, vista la grande responsabilità che prova nei confronti del ruolo che ricopre e nei confronti della sua allenatrice. Essere spensierata per lei significa trovare un nuovo equilibrio tra razionalità ed emozionalità. Dare maggiore spazio alla parte emotiva per lei significa considerare maggiormente il divertimento, vista la sua giovane età.
Lo desume da una nuova consapevolizzazione del proprio corpo, e dai messaggi di richiesta di relax e piacere che da esso sta iniziando a recepire: la mia idea, infatti, è stata quella di stimolare in lei una nuova attenzione “sensoria” al proprio corpo, visto che per una sportiva esso è fondamentale, stimolandola ad eseguire alcuni esercizi gestaltici e di bio-energetica adatti proprio a questa finalità.
Nel proseguire dei nostri incontri, Lucia sembra non voler più affrontare il tema del padre, preferendo continuare a sperimentarsi attraverso il proprio corpo. Quindi affrontiamo, dopo aver ben capito e sottolineato la necessità del divertimento, il tema delle interferenze esterne. Cosa la blocca nell’ottenimento di buoni risultati, rispetto a tempo fa’? Le aspettative degli altri, rappresentati dall’allenatrice, dalla famiglia, perfino dal proprio ragazzo, diventano per lei fonte sempre più grande di preoccupazione: è la paura di deludere e quindi di non essere più apprezzata e amata come un tempo. Tali interferenze esterne sono fonte di ansia e quando si sente preoccupata non ottiene i risultati fantastici che era abituata a raggiungere!!
Quindi la conclusione è quella di riuscire a schermarsi da tutto questo e “centrarsi“ maggiormente sul proprio corpo, ascoltando principalmente i suoi messaggi e mandando nello sfondo i messaggi di aspettativa che riceveva dagli altri.
Si accorge che, tutte le volte che nella sua vita di sportiva otteneva dei buoni risultati, inconsapevolmente si comportava dando grande attenzione ai messaggi e alle esigenze, soprattutto fisiche, del proprio corpo.
Stava acquisendo un maggiore rispetto del proprio corpo e, in parallelo, di se stessa. Sentiva sempre più forte di avere la necessità, usando le parole sue, di avere le cose e le idee ben “scandite”, per centrarsi meglio. Insomma si trattava di acquisire una sempre maggiore consapevolezza di sé e delle necessità fisiche. Tutto il resto era sfondo.
A coronare il risultato del nostro lavoro, vorrei citare tre versi, a mio avviso molto significativi in questo caso, che Dante scrive nella Divina Commedia:
…… considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
Inferno XXIV, 118 – 120)
dove la parola “canoscenza”, in questo caso significa consapevolezza di se stessa.
Dopo pochi mesi vinceva la medaglia d’oro alle Universiadi.
Trascorsero alcuni mesi durante i quali non ci sentimmo più. Si rifece viva qualche tempo dopo perché stava preparando le eliminatorie per le Olimpiadi di Tokio. Ma, ahimè, era ricomparsa la demotivazione.
Mi riferisce un accumulo di stress e percepisco, con questo suo ritorno, che la sua fiducia rispetto al lavoro che abbiamo fatto precedentemente è molto buona.
Ora presenta dei momenti di buona centratura che si alternano a momenti di sfiducia in se stessa, come se non ci credesse più.
Le manca la figura paterna, che ha un po’ allontanato, fonte da sempre di grande supporto e maestra nell’aiutarla a valorizzare la propria autostima.
Non solo. Ha anche litigato con la sua allenatrice storica, fonte anch’essa di grande sicurezza e certamente figura “significativa” della propria vita.
Con tale termine si intende l’importanza che acquisisce nella nostra vita una persona che si dimostra fondamentale nella nostra educazione e che diventa, nel nostro caso, una sorta di “Genitore suppletivo”. I nostri genitori sono quasi sempre figure significative.
In pratica Lucia si sente tradita sia dal padre che dall’allenatrice e questo la porta ad una profonda crisi emotiva di scoraggiamento.
Dopo qualche incontro, centrato non più sul corpo, ma su cosa fare per risolvere tale questione così disfunzionale per lei, decide di affrontare sia il padre che l’allenatrice al fine di chiarire la sua posizione e con l’intento di condividere con essi, uno alla volta, le proprie angosce, le proprie paure, la propria demotivazione.
E questo per Lucia è un grande passo avanti, perché, da sempre, non è abituata ad esprimere agli altri i propri sentiti.
In breve tempo, da persona coraggiosa qual è, li affronta e anche se proprio non arriva al perdono per entrambi, ricompone e ripristina il proprio equilibrio, ri-conquistando una buona sicurezza e, certamente, un buono stato di tranquillità.
Da quel momento, raggiunto uno stato di pacificazione interiore, non ci siamo più incontrati.
Ha vinto le eliminatorie per le Olimpiadi di Tokio e ha vinto a Tokio la medaglia di bronzo per la sua specialità!!
Epicrisi
Vorrei fare un paio di considerazioni:
- Lucia è di per sé una persona molto forte e, da questo punto di vista, la semplice consapevolezza, acquisita subito al primo incontro, delle proprie capacità, la fa partire con il piede giusto
- La maggiore consapevolezza delle proprie necessità fisiche (esigenze basate sulla “lettura” delle sensazioni) la aiuta a perseguire i primi obiettivi (Le Universiadi)
La stimolazione di tali consapevolezze per l’ottenimento del risultato è una modalità operativa da Coaching, molto utile, come abbiamo potuto vedere sui primi importantissimi risultati ottenuti.
Il fatto che Lucia sia comunque ritornata a chiedere aiuto dopo breve tempo, fa pensare che la semplice modalità operativa del raggiungimento degli obiettivi attraverso la consapevolizzazione delle proprie capacità, può non essere definitiva e risolutiva.
Nella seconda tornata di incontri abbiamo lavorato invece sulla sua emozionalità e sulla sua esigenza di sentirsi maggiormente sicura grazie all’Amore che può ricevere dalle persone che per lei contano, e con le quali potrà permettersi di condividere i propri sentiti.
In questo modo abbiamo utilmente rafforzato la sua autostima perché il fatto di essersi pacificata con le persone significative è dipesa esclusivamente dalla sua intenzionalità e dalla sua decisione di agire con forza e determinazione, affrontando perfino la paura del rifiuto.
E tutto questo è stato risolutivo in quanto, ancora una volta, proprio come nello sport, ha conquistato un ottimo risultato grazie alla propria risolutezza.
La conclusione sta nel fatto che il Coaching può diventare ancora più efficace nel momento in cui gli si abbinano elementi tipici del Counseling che si occupa anche della parte emotiva. Quindi abbinare direttività ed emozionalità è diventata la nostra modalità operativa, proprio come insegniamo ai nostri Allievi della Scuola di Coaching.
Bibliografia
BRANDEN N., I sei pilastri dell’autostima, ed. TEA, Milano, 2004
GIUSTI E., TARANTO R., SuperCoaching, ed. Sovera, Roma, 2004
LITTRELL J., Il Counseling breve in azione, ed. Aspic, Roma, 1998
LOWEN A., LOWEN L., Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica, ed. Astrolabio, Roma, 1977
SPALLETTA E., GERMANO F., MicroCounseling e MicroCoaching, ed. Sovera, Roma 2006
Alberto Dea
Medico-Chirurgo, Farmacologo Clinico, Supervisor Counselor, Trainer Counselor, Ipnoterapeuta, Professionista PNL certificato.
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