di Alberto Dea
Abstract
L’Autore pone l’accento sulle differenze tra Counseling e Coaching e, in seconda istanza, trova gli elementi comuni o che si possono assemblare tra le due discipline, in modo da confezionare un metodo di integrazione che possa portare ad una maggiore efficacia e rapidità di intervento. Pone l’accento, in particolare, sul fatto che la precisione del Coaching e la grande empatia del Counseling passino attraverso il riconoscimento, da parte del Professionista, dell’identificazione delle emozioni proprie e del Cliente, passaggio indispensabile per raggiungere dei risultati che possano durare nel tempo.
Prima di affrontare nel profondo la questione, credo di fondamentale importanza l’idea di fare un tentativo di definizione della disciplina del Counseling e quella del Coaching.
Si potrebbe preliminarmente affermare che mentre il Counseling rappresenta un contesto di aiuto che si occupa di agevolare la persona a risolvere questioni specifiche, prendendo comunque in considerazione il Cliente in modo più globale, il Coaching si occupa soprattutto di motivazione finalizzata molto specificamente alla questione che il Coachee (il Cliente) porta. Anche nel caso del Coaching, comunque, possiamo immaginare che un intervento, sia pur esso molto specifico, andrà certamente ad influenzare positivamente altre aree della vita della persona che viene a chiedere aiuto.
Se il Counseling è dunque rappresentato da un supporto socio-relazionale finalizzato alla trasformazione della persona e il Coaching è invece teso ad un supporto collaborativo finalizzato al risultato o al miglioramento prestazionale, possiamo anche affermare che le due discipline possono diventare maggiormente sinergiche se pensiamo ad un fattore che può diventare comune e che è rappresentato dalla messa in atto della componente emozionale. In generale, infatti, i risultati che si possono ottenere diventano molto più significativi e duraturi se passano attraverso la componente emotiva e ideo-sensoria.
Entrambe le discipline, comunque, rappresentano una relazione di aiuto e quindi il primo quesito da porci è sicuramente che cosa essa sia.
La relazione di aiuto
È un rapporto contestualizzato, che coinvolge due o più persone (individui, coppie, sistemi) e che è finalizzato ad attivare nel Cliente risorse nuove o dimenticate, verso la soluzione di tematiche, fonte al momento di disagio, difficoltà o disequilibrio.
Il Professionista della relazione di aiuto utilizza tecniche comunicative, abbinate alle discipline di base che gli appartengono (Gestalt, A.T., Cognitivo-comportamentali, altro), riconosce alla persona valore come soggetto, adatta il proprio intervento alla specificità della persona attraverso la relazione, l'attenzione prestata e il riconoscimento delle emozioni proprie e dell’altro.
Le tecniche comunicative si basano fondamentalmente sull’ascolto attivo che prevede la sintonizzazione con l’altro utilizzando sia il verbale (riformulazioni, ridefinizioni, rispecchiamento verbale) che il non verbale (posture, gestualità, modulazione della voce, rispecchiamento non verbale).
Da non trascurare il fatto, comunque, che il successo nell’aiutare l’altro dipende in buona misura dalle caratteristiche del Professionista, dalle tecniche utilizzate e dalla relazione che egli crea con il Cliente. Ma la percentuale di gran lunga più significativa (55%) per ottenere un buon risultato nell’aiutare l’altro viene dalle caratteristiche proprio dell’altro, che sono rappresentate dalle caratteristiche personali, dalla rete sociale a cui appartiene e dagli eventi della vita.
Come integrare Counseling e Coaching
Possiamo immaginare un percorso di aiuto che coinvolga sia la metodologia del Coaching che quella del Counseling attraverso l’esemplificazione qui riportata in tabella 1
GOAL “OBIETTIVO” | Pre-contatto | FASE ESPLORATIVA | Creazione della relazione tra Coach e Coachee Identificazione di uno specifico desiderio |
REALITY OPTIONS
REALTA’ “OPZIONI” | Avvio al contatto | FASE DELLA PENSABILITA’ POSITIVA | · Costruzione di una pensabilità positiva · Reperimento risorse interne ed esterne · Individuazione ostacoli Valutazione della motivazione |
WILL “VOLONTA’“ | Contatto pieno | FASE DELLA SPERIMENTAZIONE | · Apertura alla nuova possibilità operativa · Azione verso il raggiungimento del proprio bisogno/obiettivo Verifica e monitoraggio dei passaggi intermedi |
NATURALLY “IN MODO NATURALE | Post-contatto | FASE DELL’ASSIMILAZIONE E DEL CONSOLIDAMENTO | · Valutazione dei progressi raggiunti, consolidamento, assimilazione del risultato positivo e integrazione nella struttura di personalità |
Da Whitmore (2003)
Integrazione tra Ciclo di Counseling e Coaching. Il risultato è quello che si definisce “Counseling breve” (Littrell)
Come si può vedere sono riportate le quattro fasi tipiche del Counseling Gestaltico (pre-contatto, avvio al contatto, contatto pieno e post-contatto) a fronte delle modalità del Coaching, rappresentate dagli elenchi puntati della colonna di destra.
Il Counselor si pone in un contesto empatico-relazionale, attraverso una forte Alleanza Operativa; è inoltre teso a porsi sullo stesso piano emozionale del Cliente, senza peraltro perdere la propria identità emotiva. In questo caso si parla di “Intelligenza emotiva” (Goleman), intendendo con questo termine la capacità da parte del Professionista di capire le emozioni dell’altro, senza peraltro perdere di vista i propri sentiti.
Il Coach, a sua volta, lavora in funzione del Coachee, rispettando il suo modo di essere, creando Rapport, instaurando un rapporto di Partnership e stimolando l’apprendimento dell’interlocutore.
Il Coach sviluppa parte del proprio lavoro attraverso l’utilizzo di domande atte a portare il Coachee a consapevolezze sempre più certe sulla propria autostima e sulla propria autoefficacia.
A volte tali domande sono atte anche a confutare alcune convinzioni disadattive del Cliente e questo si rende possibile soltanto se tra Professionista e Assistito si è creato un forte rapporto di reciproca fiducia basato sull’accettazione, sull’autenticità e sulla comprensione empatica, modalità peraltro tipiche del Counseling. Il potere delle domande, infatti, necessita di essere accompagnato da una totale sospensione del giudizio.
Nel Mental Coaching, in particolare, la corretta gestione, comprensione e organizzazione dei vissuti emozionali, è la strada principale per la soluzione delle tematiche e delle questioni portate di Clienti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Tipologie di domande “a confutazione” possibili ed efficaci solo se corredate da una forte relazione Professionista /Cliente |
Quali sono le prove che convalidano il fatto che non vali nulla? |
Se un Tuo amico avesse lo stesso problema, lo giudicheresti così duramente come fai con Te stesso? |
Quali sono, secondo Te, le prove a favore e contro tale pensiero? |
Stai prestando attenzione sia ai lati positivi che negativi, o Ti stai polarizzando solo sulle negatività? |
Dove Ti porta tutto questo? |
Cosa immagini che penserebbe di tutto questo una persona saggia? |
Non potrebbe essere più importante rivolgere la nostra attenzione a ……. |
Ma quello che mi racconti capita proprio sempre? |
Ogni trasformazione della persona necessita di un passaggio attraverso gli aspetti emotivi (affettività), cognitivi (il pensiero) e comportamentali (l’azione). L’ottica di integrazione in cui si pongono sia il Counseling che il Coaching è quella di una dialettica circolare tra questi tre aspetti considerati.
Il Transfert, non ultimo, è un processo inconscio attraverso il quale il Cliente proietta sul Counselor o sul Terapeuta sentimenti del passato o modalità comportamentali che ha tenuto nei confronti di personalità significative della propria vita. Il Controtransfert, invece, è un sentimento che il Professionista prova nei confronti del Cliente e viene dalle sue relazioni nel passato con i propri significativi.
I movimenti transferali e controtransferali occupano un largo spazio all’interno del processo di Counseling e solo in parte in quello di Coaching.
Nell’approccio integrato, invece, è importante che il Professionista trovi un modo di gestire e lavorare sia con il Transfert da parte del Cliente, sia con il proprio Controtransfert.
I bisogni o i conflitti interiori non risolti dal Professionista rischiano di compromettere la sua obiettività e le reazioni di Controtranfert andranno quasi certamente ad interferire sul processo di trasformazione del Cliente.
La cosa importante non è tanto non avere problemi, quanto essere consapevoli, come Professionisti, come le proprie questioni non risolte possano andare ad ostacolare il processo relazionale con il Cliente stesso.
Fatte queste considerazioni, pensiamo di proporre uno schema di lavoro di integrazione tra Counseling e Coaching che definiamo “FASE OPERATIVA E SUDDIVISIONE IN STEP”, che preveda anche l’integrazione con gli “stadi del cambiamento” (Prochaska – Di Clemente)
- Precontemplazione: non sono consapevole del mio disagio
- Contemplazione: sono consapevole del mio disagio
- Preparazione: comincio a pensare di prendere qualche provvedimento
- Azione: faccio qualcosa per porre rimedio al mio disagio
- Mantenimento: ottengo dei risultati e li mantengo nel tempo
- Conclusione del processo di trasformazione attraverso il Counseling/Coaching
e con la metodologia PNL sul passaggio
- da “sognatore”: cosa desidero davvero per me
- a “realista”: sono effettivamente nella condizione di realizzare quanto desidero
- a “critico” positivo del proprio modo di essere: cosa posso mettere di me per ottenere quanto desidero e cosa potrebbe ostacolarmi
FASE OPERATIVA E SUDDIVISIONE IN STEP
Schema teorico-metodologico-procedurale
QUANDO | COSA | COME | PERCHè |
Pre-contatto Con la propria situazione di vita: si passa da uno stato di confusione/inconsapevolezza ad una percezione più chiara e consapevole della propria situazione
(precontemplazione/ contemplazione) | Esplorazione Accoglienza Accettazione incondiz. Definizione del bisogno
Analisi della domanda e delle soluzioni già adottate
Assesment fenomenologico narrativo | Osservazione fenomenologica, informazioni anamnestiche riconoscimento e sintonizzazione con il sistema rappresentazionale e ricalco semplice
Ascolto consapevole: riformulazioni, empatia
Alto supporto e bassa direttività
Introduzione all’uso del diario e dell’agenda | Valutazione adattabilità del Cliente al percorso di Counseling/Coaching
Alleanza operativa
Stabilire fiducia e speranza
Autosvelamento Autoriflessività Avvio della Partnership collaborativa
Definizione del bisogno del Coachee |
QUANDO | COSA | COME | PERCHè |
Avvio al Contatto Definizione dell’obiettivo
Preparazione alla trasformazione
Mobilitazione sistematica delle energie verso l’obiettivo
(preparazione → azione) | Ridefinizione del tema da affrontare, orientamento alla soluzione
Individuazione di energie alternative e individuazione di nuovi scenari
Pianificazione dell’intervento | Confutazione di strategie disfunzionali
Semidirettività | Consapevolizzazione del problema e nuovi orizzonti di soluzione
Individuazione di risorse e limiti (sognatore/realista/critico)
Attivazione di energie
Trasformazione del bisogno in obiettivo |
QUANDO | COSA | COME | PERCHè |
Contatto pieno
Azione Pensiero Comportamento Emozione al servizio della sperimentazione effettiva
(azione) | Sperimentazione di quanto pianificato
Analisi della possibilità di reattanza* | Esecuzione di compiti
Sperimentazione graduale dei nuovi comportamenti
Sperimentazione emozionale | Autosostegno proattivo
Realizzazione di nuovi comportamenti |
QUANDO | COSA | COME | PERCHè |
Post-contatto
Consolidamento dei risultati
Prevenzione e gestione di eventuali regressioni fisiologiche
(conclusione/mantenimento) | Verifica degli obiettivi raggiunti
Pianificazione del follow-up | Automonitoraggio Individuazione precoce dei possibili segnali di regressione fisiologica
Scale di valutazione dei risultati | Scioglimento graduale del contratto
Elaborazione del lutto
Investimento sul futuro |
(da Giusti 2006) modificata da Dea e Coll.
*reattanza = fase di resistenza al processo di crescita e di sviluppo personale
Conclusioni
Con questo contributo desideriamo sottolineare come l’integrazione tra Counseling e Coaching possa diventare un metodo di lavoro molto efficace e sufficientemente breve per poter soddisfare le esigenze delle persone che desiderino arrivare alla soluzione dei propri problemi in tempi sufficientemente brevi per raggiungere o quantomeno avviarsi verso il proprio benessere.
Coniugare la precisione metodologica del Coaching con la relazione empatica e di alleanza del Counseling è, a nostro avviso, un modo vincente per rendere la relazione di aiuto particolarmente significativa ed efficace.
Bibliografia
BRANDEN N., I sei pilastri dell’autostima, ed. TEA, Milano, 2004
DEA A., TURRIN S., Il Manuale del Counselor, ed. Supernova, Venezia, 2014
FITZPATRICK O., PNL per il carisma, ed. NLP ITALY, Bergamo, 2006
FRANCESCATO D. - GIUSTI E., Empowerment e clinica, ed. Kappa, 1999.
GIUSTI E., Training dell’assertività, Ed. ASPIC, Roma, 2000
GOLEMAN D., Intelligenza emotiva, ed. BUR, Milano, 1999
LITTRELL J., Il Counseling breve in azione, ed. Aspic, Roma, 1998
SIEGEL B. S., Amore, Medicina e Miracoli, ed. Sperling Paperback, Trento, 1999
SPALLETTA E., GERMANO F., MicroCounseling e MicroCoaching, ed. Sovera, Roma, 2006
Alberto Dea
Medico-Chirurgo, Farmacologo Clinico, Supervisor Counselor, Trainer Counselor, Ipnoterapeuta, Professionista PNL certificato.
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